Frammenti narrativi / Narrative fragments
Brunetto De Battè
Guardando i lavori URBANALOGY di Massimo Gasperini & Irene Taddei si possono aprire, a seguito, prospettive visionarie…
FRAMMENTI NARRATIVI …
piccoli ritagli tratti da scritti recuperati, collage di parole disegnate, schizzi, istantanee per analogico gioco…
SOGNATE CITTÀ & CITTÀ SOGNATE
Antonio Tabucchi raccogliendo citazioni & frammenti di Fernando Pessoa ci regala questa farfalla: «chi volesse riassumere in una parola la principale caratteristica dell’arte moderna, la troverebbe perfettamente nella parola sogno. L’arte moderna è arte di sogno». Bene, e allora, inseguiamo questo volo come traccia del dipanarsi del discorso.
Sogno dell’utopia o meglio EUTOPIA!
IL CRUCCIO DEL COCCIO
Criptare segnali dalla dimensione dell’immaginario è esercizio rabdomantico e a ciascuno il proprio strumento, basta solo intercettare, intravedere.
Cerchiamo ora di varcare la soglia dei contorni per trovare altro in memoria dell’intero. Qui sopraggiunge la conoscenza globale e profonda di Humboldt che, nel guardare il mutare delle forme delle nubi, non si separa mai dal sentimento del paesaggio in cui trova il “presentimento” di quella stessa armonia naturale che si comprende meglio con la scienza.
Il gioco del caleidoscopio!
L’OPERA ANALOGICA
Omologo, somigliante, simile ed equivalente operano per immagini, rapportando linguaggi a confronto in cortocircuiti visionari trasversali e introducendo lo schizzo come pratica, dialogo, edificio sensibile, opera sapiente e libera.
L’architettura non si fa solo con materiali, supertecnologie, traslazioni citazionistiche da patinata rivista. Questi altri “edifici” sono fatti con pochi poveri materiali, ma con una finezza di spazio che possiamo riconoscere nel filo poetico della ragione delle cose che diventa vero luogo.
Esistono storie e luoghi, ci sono case-oggetto che sono solo come modelle fotografate in posa, viceversa ci sono case belle ma talmente belle che è impossibile render loro immagine…Solo il vissuto può far capire la restituzione dell’immaginario.
Lo spazio lo si legge, lo si rappresenta, lo si simula, lo spazio è come una meridiana rispetto al sole, un punto sul globo, dove ogni posto ha una propria storia fatta d’amore e sudore, intrecciandosi agli animi e vivendo di quel respiro che è suono, odore, colore, senso e sentimento…
NELLA PANCIA DEL COLOMBRE
Dino Buzzati, facendo l’introduzione alle peripezie pinocchiesche, spiegava l’importanza fondamentale della figura del disegnatore «nella messa al mondo di un personaggio burattino». Perché, da come era fissato sulla carta, prendeva vita nell’immaginario dei lettori. «È una specie di dittatura – ammetteva lo scrittore – a cui la fantasia dei singoli difficilmente riesce a sottrarsi».
Così è difficile sottrarsi dalla pancia del Colombre o balena dove si concentrano su un piano cretoso tutti i relitti dell’immaginario,
Lettera “IL LABIRINTO DI PINOCCHIO” a John Hejduk
Caro John,
più di altri hai sottolineato il senso della poesia nell’architettura
con la tensione del racconto e della memoria…
lontano dalla moda dei materiali e dalla tecnologia …
le tue architetture buffe, cariche d ‘ironia della narrazione
si miscelano costantemente con il sito… e cancellano liberando
«le più antiche opposizioni della civiltà alfabetica:
mostrare e nominare, raffigurare e dire,
riprodurre e articolare, imitare e significare,
guardare e leggere».
La tua tendenza all’oggetto ubiquo, ma poi stranamente radicato,
ti ha spinto a leggere e operare nella città contemporanea con nuovi strumenti…
così affiorano come progetti innovativi
Venezia, Milano, Berlino, Riga…
La tua ricerca ha aperto sentieri di riflessione
negli ambiti disciplinari dall’architettura degli interni e delle città
teoria e caos…
PASSERELLE VOLANTI…
Presenti da Bogliasco a Voltri e, si potrebbe aggiungere, anche da Portovenere a Ventimiglia. Un abitare su sentieri sospesi, solette sottili, pontili, trampolini verso il qui e il là. Passaggi volanti, corridoi a cielo aperto, allacci passanti vertiginosi e quotidiani, profondamente liguri.
Ricordo l’infanzia tra Riomaggiore e i Buggi, intere giornate sognanti trascorse su percorsi invisibili piranesiani. Giochi, arte di sogno, memorie… Tanti sono i rimandi letterari, dalle Città invisibili alla Genova di Caproni, dove pervade la leggerezza.
Ritrovo e rivedo, come citazioni, nelle architetture contemporanee temi ricorrenti, soluzioni di camminamenti sospesi, leggeri, certe volte trasparenti, intubati, come bruchi.
Poetiche invenzioni-pratiche del vivere entrando dal tetto e poi scivolare giù come acqua dentro l’edificio. Qui a Genova è un’avventura.
Dall’alto
sotto i piedi voragini urbane, scorci inusitati di un sbirciare la città dall’alto, scene ribaltate di un percepire complesso, umorale sensibile col brivido della caduta.
Da sotto
oniriche visioni, aggetti, guizzi, calligrafie, allacci, tappeti volanti, percorsi misteriosi, vagare con lo sguardo, con la mente.
È come aver immaginato un edificio, con rimando alla Constantiana New Babylon e alle passeggiate situazioniste alla deriva.
Frammenti di narrazione dove cogliere continuità & rinnovamento nella/della tradizione.
Tappeti volanti!
IMMAGINI DI FOGLIE E MATTONI…
Dalla casa sul pioppo di Vittorio Gandolfi alla casetta con pontile per raggiungere le chiome di un cipresso di Bruno Minardi
dall’albero sul tetto di Mario Botta (che volutamente ricorda la torre alberata a Lucca) alla passeggiata romana tra le fronde di Franco Purini…
dai giochi arborei di Emilio Ambasz e del Gruppo SITE a Sverre Fehn che raccordava tra gli alberi il padiglione della Biennale veneziana
dagli alberi di plastica di Osvald M. Ungers alle curiose esperienze di edifici floriverdeggianti
dalla cattedrale vegetale di Giuliano Mauri alle declinazioni individuate da Alessandro Rocca e riposte tra le pagine di Architettura Naturale
dalle esperienze delle grandi serre, da Paxton a Nicholas Grimshaw con Geodesic Magic che raccolgono orti botanici, come case per alberi…al bosco come cimitero
da Loos ad Asplund…
Tra i pensieri disegnati osserviamo le magiche parabole grafiche di Duccio Santini e le mirabolanti storie di Beniamino Servino con le sue mimesi monumentali. Libri e libretti sulle chiome abitate ce ne sono… uno su tutti il Bosco in città di Ugo La Pietra, ricchissimo di esempi esemplari, e da qui si apre l’immaginario verosimile …
dai giardini pensili di Babilonia al mausoleo d’Augusto
dalle case per gli alberi di Vo Trong Nghia al grattacielo mangia anidride carbonica a Taipei di Vincent Callebaut sino al bosco verticale milanese.
dai giardini labirinto dove il bosso diventa “muro” alle geometrie del paesaggio fatte di vigne maritate, di filari e viali, frutteti e boschi da taglio…
Architettura e albero è storia comune dal fascio di tronchi che formavano colonna ai dialoghi tra artificio e natura, con le declinazioni dalla palma al melograno, dal ficus ruminalis all’ulivo e dall’alloro al sandalo tra mito e rito che allietavano i cortili o impluvium…
A chiusura rammento il racconto di De Carlo che al suo ritorno dal viaggio in Grecia, mi diede in anteprima l’immagine per l’editoriale di un S&S e mi trasmise la gioia e l’interesse sui movimenti eleganti e sinuosi di un ulivo sospinto dal vento che riempivano lo spazio rispetto alle bianche e ferme rovine che facevano da sfondo al paesaggio.
MAPPE MENTALI
Chi non ha mai tracciato una carta, solo per spiegarsi, per dare un indizio tanto da accompagnare il racconto? Nelle “Città invisibili” i due “attori” si disegnavano attraverso la descrizione e tra visioni & versioni, Kevich Lynch con “L’immagine della città” proponeva una nuova lettura dello spazio urbano per barriere, insiemi, nodi, margini, percorsi.
A seguito analoghe letture:
La Pavia di Blasi, la Rimini secondo De Carlo e altre evoluzioni di carte tematiche urbanistiche come le reticolari forme scandagliate con il suono da Oscar Wiggli’s…
Flussi & riflussi …
Dalle evoluzioni spaziali di Bragaglia alle ricognizioni in “urboterapie” di La Pietra e il mirabile [caduto nell’oblio] esperimento in Campo S.Stefano (IN n.7 /72, pp.38/41). Si producono tracce…come nel pavimento consumato dai passi ripetuti nel tempo. Ricordiamo le performance dei situazionisti e il “Mikrokosmos” di Edoardo Sanguineti. Questi labili layout, sovrapposti in percezione generano ulteriori mappe, assetti di orientamento e di consumo dello spazio, insiemi palpitanti, pulsanti, irregistrabili se non per radiografie, nuovi spazi d’incontro non prevedibili, densificazioni temporali, incroci, vortici, scambi, geometrie complesse di traiettorie.
Sorprendenti mappe mentali su cronometrie o cronospaziometrie.
ASPETTANDO CHE UNA PORTA SI SCHIUDA
Viaggiando in treno, si può abitare lo spazio dello scorrimento, il tempo del corridoio con
il verosimile scandire dei fusi orari e il ritmo della vita dei luoghi attraversati... con la punta del naso che sfiora il freddo vetro del finestrino tamburellante che ritma lo scorrere del tempo dell’andare sulle rotaie… l’immaginario del percepire s’incaglia aspettando che una porta si schiuda. Stando sul treno si può ricordare la lettera d’incarico a Gianluigi Pieruzzi e contemporaneamente la copertina di Casabella n. 407 disegnata da Max Peintner... Cosa dire di un tema d’architettura che trattiene tutta l’energia del VESTIBOLO?! Asplund ribalta l’abitare nel moderno, pur stando nella tradizione, proprio attraverso il camminamento verso le stanze. Francesco Venezia propone il suo remoto rifugio ribadendo il LABIRINTO...
Comunque il “corridoio” è il LUOGO DELL’ATTESA, giunto distributore MAGICO per eccellenza, dove le tensioni dello spazio convergono in una sorta di parafulmine... Affiorano i collage di Max Ernst, le poetiche suggestioni di Hejduk accanto a Portaluppi, i misteri di Paul Delvaux e di Luca Quartana, le passeggiate interne proposte da Siza, Dardi, Grassi, Vito Acconci… La soluzione telescopica intrecciata riproduce lo spazio dell’abitare come ribadito dal Laboratorio DS nell ‘80 e da Holl in Lotus nel ‘90.
L’infilata prospettica di De Feo pone la questione dello spazio virtuale attraverso il gioco degli specchi, introducendo l’enigma della duplicità nella sua proiezione infinita... il colpo d’occhio avverte il soffio del vorticoso buco nero. L’esperienza limite di Jean Pierre Raynaud nella dimora parigina ribalta in negativo la Merzbau, oscillando tra presenza e assenza. Il catalogo pittoresco tracciato da Arduino Cantafora trattiene in modo anglosassone la tradizione di un mondo milanese fatto di stanze metafisiche e gelidi corridoi... ma è attorno alla SOGLIA il mirabolante argomentare del progetto pittorico, il sospiro della sorpresa, la tensione dell’ignoto e della scoperta. Il corridoio più di ogni altra stanza è il luogo dell’esperienza... Nel breve o disteso tratto del percorso, i nostri sensi sono chiamati a percepire il sensibile remoto e a determinare geometrie e coordinate di riferimento per capire lo spazio anche dietro le porte... l ‘intuito è sollecitato in tutta la sua estensione e il corpo tende a espandersi per percepire ogni segno... ogni rumore è una ragionata catalogazione di oggetti che non si vedono. Per certi versi raggiunge, in una dimensione onirica, il pensatoio.
ANTICAMERA
ANDITO
COLADERO
GANGUR
GANG
CORRIDOR
Barbara Radice lo intravede come il luogo del caos ordinato. In parte s’innesta la “teoria delle corrispondenze”, il luogo delle grandi emozioni vissute come in un lampo ma che segnano nel ricordo il luogo e l’evento... Val bene la lettura di Hervé Jaquen “Le dodici stanze di Monsieur Hannibal” assieme al cantaforiano “Quindici stanze per una casa” , per rimanere in tema, e a conclusione sottolineo la frase di Arduino : «…chi ha pensato di farmi immaginare un corridoio, è stato veramente cortese, o meglio, conosce il mondo dei miei riferimenti…».
URBANALOGY by Massimo Gasperini and Irene Taddei.
By observing their works, one can open themselves up to visionary perspectives …
NARRATIVE FRAGMENTS ...
Voice snippets of recordings read from recovered writings, collages of hand-drawn words, sketches and snapshots from an analogue game …
DREAM CITIES & CITIES YOU DREAM OF
Through gathering quotes and fragments from Fernando Pessoa, Antonio Tabucchi gifts us with these words of wisdom:
‘For those wanting to encapsulate the main characteristics of modern art in a word, they would find it perfectly placed in the word ‘dream’. Modern Art is the art of dreaming.’
So, let’s chase this lead as a way to further unravel the discourse.
The Dream of a Utopia or rather, EUTOPIA!’
THE EARTHENWARE CROSS
Decoding signs from the dimensions of the imagination is an exercise of drenching. Every person has their own individual technique; one must merely intercept and look. Let us attempt now to go beyond the imposed boundary limits to find something else from our collective memory.
When witnessing the ever-changing shapes of the clouds, Humboldt, in his profound knowledge, did not separate himself from the sensation he received from the landscape; rather, he finds hints of the natural harmony of things that can best be understood through science.
The Kaleidoscope Game!
THE ANALOGICAL WORK
This work introduces the sketch as practice, dialogue, a sensitive edifice, wise and free.
Architecture is not made only with materials, super technologies, quotation from glossy magazines. These other “buildings” are made with a few poor materials, but with a finesse of space that we can recognize in the poetic thread where everything becomes a real place.
There are stories and places, there are object-houses that are like models photographed in pose, vice versa there are beautiful houses; so beautiful that it is impossible to make an image of them ... Only our experience of life can make us understand what our imagination can give us back.
Space is read, represented, simulated, space is like a sundial with respect to the sun, a point on the globe, where each place has its own story made of love and sweat, intertwining souls. Where every place has its own sound, smell, color, sense and feeling ...
IN THE BELLY OF THE DOVE
While introducing the transformation of Pinocchio, Dino Buzzati explained the importance of the idea of the illustrator ‘In bringing the puppet character into the world’.
Because of how it was created on paper, it was able to come to life in the mind of the reader.
‘It is a kind of dictatorship’, admitted the writer, ‘in which the reader finds it near impossible to break free’.
This makes it difficult to escape the belly of the Dove or Whale, wherein, on a chalky layer, lie all the vestiges of one’s imagination.
PINOCCHIO’S LABYRINTH – LETTER FOR JOHN HEJDUK
Dear John,
You have highlighted the poetry of architecture more than anyone could ever do
You did so keeping tension between memory and storytelling
Far away from fashionable materials and technology
Your comical architecture filled with irony
Constantly mixing with the site.
They freely erase:
“the oldest opposition of a literate civilization”
Namely,
To show and name,
To depict and say,
To reproduce and articulate,
To imitate and signify,
To look and read.’
Your propensity towards the ubiquitous object, but oddly still rooted
Pushed you to operate in the contemporary city with new means
Thus emerging as innovative projects
Venice, Milan, Berlin, Riga
Your research has opened pathways of reflection
In the world of interior and urban architecture
Theory and chaos…
FLYING FOOTBRIDGES …
These footbridges are located from Bogliasco, in the local area of Voltri, to Potovenere in Ventimiglia. A way of living on floating trails, light steps, piers, moving hither and thither.
Fast paced walks, open aired corridors, daily giddy passers by - all of which is deeply Lugurian.
I remember my childhood living between the village Riomaggiore and Buggi (area of Spezia city), dreamlike days spent on the invisible Piranesian paths. Games, art made of dreams, memories… there are many literary references from the poem, The Invisible City to the poem ‘Genova’ by Caproni. The latter filled with lightness.
Like quotations, I find recurring themes in contemporary architecture - solutions for suspended walkways that are light in weight, and at times transparent, incubated, like caterpillars.
Practical and poetic inventions. Being in Genova is an adventure
From above
Under the feet of the urban chasm, there is a rare glimpse of the city from above, flipped scenes of a complex feeling.
From Below
Dreamlike visions, objects, flashes, writings, fastenings, flying carpets, mysterious paths, wandering with your gaze and your mind.
It is like imagining a building, with references from the New Babylon by Constant Nieuwenhuys and happenstance walks.
Fragments of conversation encapsulating the renewal of tradition and the essence of continuity
Flying carpets!
IMAGES OF LEAVES AND BRICKS
From the house on the Poplar by Vittorio Gandalfi, to the small house on the pier, to the hair of a Cypress tree by Bruno Minardi
From the tree on the roof by Mario Botta (recalling the the tower with a tree in Lucca), to the Roman stroll between the leafage by Franco Purini
From the tree games by Emilio Ambasz and the group SITE, to Sverre Fehn who linked with trees the pavilion of the Venice Biennial.
From the plastic trees of Osvald M. Ungers, to the curious experience of the verdant colours of buildings
From the vegeatl cathederal by Giuliano Mauri, to the identified expressions of Alessandro Rocca and answers between the pages of Natural Architecture (Architettura Naturale).
From the large green house occurrences, to the collection of Botanical gardens by Paxon, Nicolas Grimshaw and Geodesci Magic. They act as homes for trees. The forest is like a cemetery.
From Loos to Asplund…
Amongst these thoughts, we observe the magical graphic parables of Duccio Santini and the extraordinary stories by Beniamino Servino with his monumental mimesis. There are writings on inhabited foliage. One noteworthy piece of writing called City Woods (Bosco in Città) by Ugo La Pietra, is full to the brim of examples through which our imagination is likely to be expanded.
From the hanging gardens of Babylon, to the mausoleum of Augustus
From tree houses by Vo Trong Nghia, to the skyscrapers in Taipei that consume carbon dioxide by Vincent Callebaut, to the vertical forests of Milan.
From the Labyrinthian gardens where Boxwood plants become ‘walls’ working against the geometry of the natural landscape. A dreamlike combination of intertwined vines, rows and avenues, orchards and woods.
The marriage between Architecture and trees is a well-known story, starting from the parcel of trunks that formed a column, to conversations comparing the meaning of the artificial and nature. Part of the discourse includes the declinations from palm to pomegranate, from ficus ruminalis (Fig tree) to olive, and from the laurel leaf to sandalwood- myth and ritual enlivened the courtyards orImpluvium.
In conclusion, I will recount the story of De Carlo. On his return from a trip to Greece, he gave me a preview of an image for an editorial piece for a S&S magazine. He imparted to me his interest and joy found in the graceful and sinuous movements of the olive tree, pushed by the wind that filled the space, contrasting with the solid white ruins that formed the background of the landscape.
MIND MAP
Everyone has made use of a map, so as to make something clearer to themselves, or to give a slight clue to what is unfolding.
In the “Invisible Cities” the two “actors” were drawn through the descriptions and visions. With Kevich Lynch’s “The image of the city”, he proposed a new reading of the urban space regarding barriers, junctions and pathways.
Similar readings:
Pavia by Blasi, Rimini according to De Carlo and other evolutions of urban planning thematic maps, such as the perplexing forms probed with sound by Oscar Wiggli’s
-Ebbing and Flowing
From how the idea of space was evolved by Bragaglia, to the analysis in “urboterapie” by La Pietra, to those admirable experiments in Campo. S. Stefano, that now have been lost (IN n.7 /72, pp.38/41).
Traces of the past are produced, in the same fashion the pavement beneath one’s feet will become consumed by repeated steps over time. Performances like those of The Situationists of the late 1950’s, and ‘Mikrokosmos’, the book of poems by Edoardo Sanguineti, would be worth remembering. These versatile layouts generate many more maps, arrangements, unexpected meeting spaces, crossings, vortexes and complex geometric trajectories. These are all surprising mind maps regarding timekeeping.
WAITING FOR A DOOR TO OPEN
Travelling by train, you can inhabit the space in different ways while experiencing the natural flow of movement that happens. There is a marriage of both the rhythm in different timezones, and the rhythm of life itself as a place you pass by. As the tip of your nose touches the cold glass of the drumming window, your perception of things become frozen in time, while you wait for the doors to open.
Whilst on the train, you remember the engagement letter to Gianluigi Pieruzzi and, at the same time, the cover of Casabella no.407, drawn by Max Peintner. Asplud put upside down what it means living in a house in the modern world, while staying true to tradition. Francesco Venezia offers us his labyrinthian remote shelter.
The “corridor” is a place of waiting, where the tensions of space converge in what could be described as a lightning rod. What emerges are the collages of Max Ernst, the poetic recommendations of Hejduk, placed beside Portapluppi, the mysterious works by Paul Delvaux and Luca Quartana, and the internal promenades propounded by Siza, Dardi, Grassi, Vito Acconci.
The intertwined telescopic solution reproduces living spaces that hark back to the works of Laboratorio DS in the 80’s, and works by Holl in Lotus magazine in the 90’s. De Feo’s perspective poses the question of creating virtual space via mirror games by introducing the enigma of duplicity in its infinite projection. The glance makes you aware of the whirling black hole.
Jean Pierre Raynaud’s brief experience in his Parisian residence repels the Merzbau, fluctuating between presence and absence. The picturesque catalogue started by Arduino Cantafora, retains an Anglo-Saxon style of a tradition from Milan, made of metaphysical rooms and ice-bound corridors.
Surrounding this threshold, a staggering discussion of the pictorial project takes place. It acts as a sigh of surprise, containing discovery and holding an unknown tension.
Walking a long or short distance up this corridor pathway, our senses are called upon to comprehend, through perception, the varying references of the space in order to understand what lies behind the doors.
Our intuition is encouraged in all its vastness and our body is inclined to open up in order to perceive every sign. In this dreamlike dimension, a think tank if you will, every sound becomes a noteworthy record that cannot be seen.
ANTICAMERA
ANDITO
COLADERO
GANGUR
GANG
CORRIDOR
Barbara Radice sees it as a place of organised chaos. The ‘Correspondence theory’ is partly based upon a place of intense emotions experienced in an instant, but that leaves the place and the event marked firmly in the memory.
It is worth reading “The twelve rooms of Monsieur Hannibal” by Hervé Jaquen’s, read in tandem with the songbook “Quindici stanze per una casa” (Fifteen rooms for one house).
In conclusion, I would like to quote Arduino “... whoever thought of making me imagine a corridor, was really kind, or better still, they know the world of my references ...”.